A Carrara il concerto alla “Franchi” dove la pietra diventa opera d’arte
I blocchi. Le gru carroponte a fare da sfondo. Le macchine, le postazioni: è come entrare in un deposito, uno dei più grandi di Carrara, quello di una azienda del marmo quotata in Borsa: la Franchi Umberto Marmi.
Si entra in un’azienda, ma, di sera: stasera alle 21. Non per ammirare una mostra di scultura, non per seguire da vicino le lavorazioni della pietra. Si entra nel cuore pulsante dell’azienda leader del lapideo apuano per assistere a un concerto. A un concerto lirico.
Una sinergia, qui a Carrara si chiama “Marmo all’opera” che ha precedenti di successo a Torre del lago con artisti di eccezione come Mitoraj, Yasuda e Cascella e le loro scenografie indimenticate per il progetto che, guarda, caso, si chiamava proprio “Scolpire l’opera” Mitoraj per Manon Lescaut, Yasuda per una indimenticata e inimitabile Madama Butterfly, Cascella per la Turandot.
Stasera, a Carrara ancora una volta la materia, la pietra, si sposa con le note, con la musica lirica. E a Carrara lo fa con maggiore “rudezza”, proprio come nello spirito degli apuani abituati a “cavare marmo”.La lirica, in questo festival di successo portato avanti con passione dal circolo che porta il nome di Angelo Mercuriali, entra in azienda. Entra nei depositi, nelle segherie. Ma non in luoghi dismessi. Tutt’altro: nei centri di trasformazione della pietra, negli stessi piazzali dove a distanza di otto, dieci ore, si vedranno gli operai e i compratori, la sera andranno in scena le romanze della tradizione operistica italiana.
Un matrimonio riuscito che la città del marmo ha apprezzato fin dall’esordio. E che, soprattutto, ha vissuto, come una cosa naturale: l’arte, lo spettacolo, legato a quella che per Carrara è una cifra del suo Dna, il marmo.
Stasera l’appuntamento alla Franchi Umberto Marmi (in via del Bravo, alla prima periferia di Carrara) ha un valore aggiunto. Il festival torna dopo la lunga assenza legata alla pandemia.
Quella di stasera sarà anche per il marmo, anche per la musica, la prova di una rinascita che non può che necessariamente passare dalla bellezza. E dal lavoro. Quello che si consuma in quei piazzali delle aziende, quello di chi della musica fa la propria professione.
Il “Marmo all’opera” riparte dalla più grande azienda del territorio apuano, un’azienda che da sempre ha un occhio di riguardo per l’arte in tutte le sue manifestazioni, dalla scultura al design, fino ai murales che hanno reso diverse da tutte le altre le gru carroponte.
Protagonista di stasera sarà un quartetto di cantanti tra i più acclamati in tutti i maggiori teatri del mondo, accompagnato al pianoforte dal maestro Pietro Marani, che farà gli onori di casa.
Irina Lungu è oggi uno dei più contesi soprani in tutto il mondo, dalla Scala al Met di New York, dal Bolscioj di Mosca all’Opera di Parigi, Londra, Vienna, Sidney, Zurigo, Berlino. In questi giorni ha appena terminato con enorme successo le recite all’Arena di Verona come protagonista ne La Traviata.
Stella emergente del panorama lirico internazionale il mezzosoprano irpino Teresa Iervolino: in soli nove anni di carriera ha già calcato le scene dei più importanti teatri e festival internazionali quali La Scala, Parigi, Salisburgo. È di qualche giorno fa il suo debutto all’Arena di Verona in Nabucco e il trionfo al Festival della Valle d’Itria con L’Angelica, cantata drammatica di Nicola Porpora che segnò il debutto di Farinelli.
I due protagonisti maschili sono invece entrambi impegnati in questi giorni al festival Puccini di Torre del lago con Tosca. Vincenzo Costanzo è uno dei più giovani tenori del panorama lirico mondiale vincitore del premio Oscar della Lirica per la categoria “New Generation” nel 2014, ha già avuto l’opportunità di collaborare con registi e direttori di fama internazionale. Franco Vassallo è uno dei più contesi baritoni. Milanese, debutta nel 1994 specializzandosi nel repertorio belcantista di ed è uno dei più acclamati protagonisti de Il barbiere di Siviglia di Rossini.
Quattro protagonisti. La lirica, il marmo e le Apuane, a fare da sfondo, oltre le gru, oltre i moderni capannoni divenuti showroom pronti ad accogliere architetti e buyer.
Il marmo che apre il suo cuore pulsante: quella filiera dove nasce il valore aggiunto della pietra estratta dalle montagne distanti pochi chilometri dal palco dove rivivranno le romanze più belle della tradizione lirica italiana.
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