Nel maggio del 2011 Gregory Kunde era venuto a Carrara per un concerto organizzato dal locale circolo Amici della Lirica “A. Mercuriali”. La sera del 6 gennaio, grazie ancora agli Amici della Lirica, Kunde è tornato a Carrara.
Sono uscita dall’auditorium con un senso di straniamento e sul volto un sorriso che non voleva andare via; ho faticato a prendere sonno, gli occhi sbarrati nel buio, la musica nella testa. Cercavo le parole con cui poter descrivere le sensazioni vissute al concerto e mi dicevo che avrei cominciato dal principio, dall’emozione provata, andando a Carrara, nel vedere, lontano sulla montagna, una cava di marmo illuminata nella notte. Pensavo anche di parlare dell’evidente feeling che lega il tenore a questa cittadina, a questo Circolo: lo stesso Kunde ci aveva raccontato, dal palco, della stupefacente visione della cava illuminata al suo arrivo. Volevo dire del grande successo, del pubblico in piedi ad applaudire il tenore e gli artisti che lo hanno accompagnato; un successo in provincia, come quelli di una volta .
Ho poi riguardato quello che scrissi nel maggio del 2011 e mi sono accorta di aver già detto tutto questo; cercherò di non ripetermi ma non sarà facile: la consapevolezza di assistere a qualcosa di eccezionale è stata la stessa di quattro anni fa.
Il concerto si è svolto nella Nuova Sala Garibaldi, parte di un bel complesso monumentale in marmo bianco costruito nel 1935, dalle linee rigorose e dall’esplicito nome di Casa del Balilla, gremita all’inverosimile. Assieme a Kunde hanno cantato Valeria Sepe, Annunziata Vestri e Sergio Bologna, al pianoforte Roberto Moretti; il programma ha spaziato da Rossini a Verdi, da Donizetti a Bizet e Puccini.
I duetti per tenore e baritono, l’ottimo Sergio Bologna, hanno fatto la parte del leone: il duettone«Invano Alvaro ti celasti al mondo» dalla Forza del destino e quello tra Jago e Otello, cantati con intensa sintonia, hanno scatenato grandi applausi. Poi con Valeria Sepe, voce fresca e armoniosa, Kunde è stato un insolito Rodolfo nel duetto che conclude il primo quadro di Bohème. La brava Annunziata Vestri ha impressionato con «Acerba voluttà» dall’Adriana Lecouvreur e «Cruda sorte» (dall’Italiana in Algeri) ed è poi stata seducente Carmen nella Seguidilla.
La conclusione, tutta di Kunde, è stata memorabile: dopo «Una furtiva lagrima» cantata a fil di labbra, con una perentoria, luminosa salita all’acuto, dopo i dovuti e simpatici ringraziamenti, il tenore, sorridendo, ha informato che avrebbe eseguito un pezzo affrontato l’ultima volta proprio qui, a Carrara. Si è scusato degli eventuali errori, ha guardato in alto e si è buttato in «Ah! mes amis, quel jour de fête!».
Dopo l’ovazione che è seguìta, di nuovo ha sorriso e ha annunciato un pezzo da lui non ancora cantato mai in pubblico.
Lo ha dedicato a Simonetta Puccini, presente in sala, e ha interpretato con seducente interiorità «Nessun dorma».
È stato un trionfo.
Marilisa Lazzari ©OPERACLICK